L’Africa esce dal Mondiale. Le 48 gare fin qui disputate hanno regalato spunti interessanti ed emozioni forti, ma il bello deve ancora arrivare. Dieci squadre europee, quattro sudamericane, più Giappone e Messico, si contenderanno un titolo assai incerto. Il Mondiale entra nel vivo dopo averci regalato già molto: dalla supremazia europea al crollo africano, dal debutto della Var all’eliminazione attraverso il fairplay.
Per non parlare della clamorosa eliminazione della Germania o dei tormenti dell’Argentina. L’esclusione del continente africano fa impressione. Da anni se ne aspetta la definitiva consacrazione che, salvo casi sporadici, puntualmente svanisce. Considerati i tanti calciatori sparsi nelle migliori squadre europee, è un limite su cui riflettere. Con gli ottavi di finale comincia un altro torneo.
La stanchezza aprirà maggiori spazi in campo e il peso dell’eliminazione diretta farà emergere esperienza e personalità. Valori che i conti per la classifica dei gironi e la freschezza atletica hanno fin qui livellato. A rendere indecifrabile e imprevedibile l’esito finale contribuisce certamente la strana composizione del tabellone, mai come così sbilanciato. Si comincia subito forte: Cristiano Ronaldo contro Suarez e Cavani, Messi opposto a Griezmann e Pogba. E’ il momento che le stelle, fino adesso a corrente alternata, comincino a brillare seriamente.