Da una frase del genere si può già capire il motivo per cui è diventato un allenatore incredibilmente vincente nonostante una carriera da calciatore mai decollata sul serio. Sto parlando di Massimiliano Allegri, uno tra i migliori allenatori italiani degli ultimi 10 anni.
È uno tra i mister che meglio di tutti gli altri incarna la definizione di “allenatore moderno“. Non si è mai voluto imporre come protagonista, ma si è sempre definito come un ingranaggio, un membro della società che, come tutti gli altri, deve portare a casa il risultato, senza se e senza ma.
Insegnante di un calcio cinico, concreto e in grado di fare risultato anche con calciatori che non fanno obbligatoriamente parte della top 10 mondiale. Certo, Allegri ha allenato campioni del calibro di Pirlo, Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo, ma ha saputo dare organizzazione mentale a tutti i suoi gruppi e ha sempre avuto la lucidità di capire fin dove si sarebbero potuti spingere i membri della sua squadra.
Toscano doc al 100%, non ha mai limitato la sua sincerità e la sua spontaneità, anche quando ha dovuto racchiudere il termine “empatia brutale” con la frase “ad un giocatore io dò ciò che gli serve, non ciò che vuole” ma anche con “non tutti possono fare le stesse cose, nel calcio come nella vita”.
Insomma, tanta carne al fuoco in questo nuovo articolo, perciò vi lascio al nuovo episodio di #AllenatoriNelPallone!
Di questo e altro ancora ho raccontato nella puntata di oggi, la settima di #AllenatoriNelPallone. Questo è il video completo, pubblicato anche sul mio canale YouTube.
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