Oggi è considerato un santone della tattica nonché il miglior allenatore italiano in grado di creare un gioco tatticamente impeccabile e spiccatamente offensivo. Il merito, a detta sua, è del tempo che ha trascorso nelle serie minori, nei campi di provincia e svolgendo altri lavori (come quello in banca di cui spesso parla), grazie ai quali ha acquisito capacità decisionali fuori dal comune e doti uniche in quanto a leadership.
Sto parlando di Maurizio Sarri, un allenatore grandissimo e forse arrivato un po’ in ritardo ai grandi palcoscenici della Serie A e del calcio internazionale. Guardando alcune delle migliori partite del suo Empoli, ma anche alcuni capolavori al San Paolo con il Napoli, a Stamford Bridge con il Chelsea e anche allo Stadium con la Juventus, stupisce il fatto che il suo palmares conti così pochi titoli.
Eppure il tecnico toscano è a furor di popolo considerato uno dei migliori allenatori profeti del bel gioco. Amante di un calcio propositivo, ha dimostrato di saper esaltare la grandi individualità e garantire fluidi ed efficaci automatismi che legano gli interpreti negli altri reparti del campo.
Rispetto ai protagonisti degli scorsi episodi di questa rubrica, Maurizio Sarri ha vinto molti meno titoli. Ho deciso di dedicargli una puntata di questa mia serie di video perché sono convinto che, per la sua interpretazione del gioco, avrebbe meritato una risonanza mediatica ben prima di affermarsi al Napoli e imporsi come uno tra i migliori mister italiani dell’ultimo quinquennio.
Vi lascio al nuovo episodio di #AllenatoriNelPallone!
Di questo e altro ancora ho raccontato nella puntata di oggi, la settima di #AllenatoriNelPallone. Questo è il video completo, pubblicato anche sul mio canale YouTube.
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